Dalle origini alla II guerra mondiale


La prima organizzazione politica che si formò nell'odierna Ucraina fu quella chiamata Rus', che nel IX secolo comprendeva il territorio di Kiev e limitrofi. La dinastia regnante, di origine scandinava, fu ben presto slavizzata e contemporaneamente convertita al cristianesimo da Bisanzio. Quasi un secolo prima che lo stato di Rus' fosse abbattuto dall'invasione tartara (1237-1241), si erano distaccati da esso due principati, uno in Volinia e l'altro con capitale Galic, unificati nel 1199 dal principe Roman, da cui derivò una dinastia che resse il principato fino al 1323, quando salì al trono un principe polacco, Boleslao di Mazovia. Nel 1340 il re di Lituania Casimiro il Grande si impossessò di questi territori. Fu questo il primo passo per un'ulteriore avanzata in Ucraina dei lituani, che ricacciarono sempre più indietro i Tartari, concedendo però una certa autonomia ai signori locali. La situazione mutò in seguito all'unione dinastica tra la Lituania e la Polonia (1386); l'influsso della cultura polacca divenne sempre più forte (è proprio ai polacchi che risale il termine Ucraina, con il significato di "regione di frontiera"), e anche i contadini furono asserviti ai proprietari terrieri, per cui molti fuggirono nelle terre di nessuno, divenendo "cosacchi", cioè avventurieri. Nel corso del XVI secolo, i cosacchi del Dnepr colonizzarono le nuove terre occupate organizzandosi in comunità militari.
Nel 1569 il territorio del medio Dnepr fu, con l'Accordo di Lublino, incorporato nella Polonia; per domare i cosacchi i polacchi ne assunsero alcuni reparti armati al proprio servizio, pretendendo che gli altri si riducessero a contadini sottomessi ai magnati polacchi, che avevano conquistato la zona. La divisione della sua popolazione in tre gruppi di diversa confessione religiosa: cattolici di rito latino (prevalentemente polacchi), cattolici uniati (Ruteni) e ortodossi (in maggioranza Cosacchi), acuì il contrasto tra Polacchi e Cosacchi. Tra il 1635 e il 168 si susseguirono ribellioni di questi ultimi ai primi.
L' etmano  Vygyskij, nel 1657 cercò di sottrarre l'Ucraina all'influenza russa, associando la Rutenia alla Polonia e la Lituania in un' unione politica. Conseguenza di ciò fu un conflitto polacco-russo, durato sette anni e conclusosi nel 1667, per cui l' Ucraina fu divisa tra Polonia e Russia; alla prima toccarono i territori alla destra del Dnepr, alla seconda quelli sulla sinistra, oltre alla città di Kiev.
Fallito nell'Ucraina Russa il tentativo di indipendenza dell'etmano Ivan Mazepa con l'appoggio di Carlo XII di Svezia, nel 1775 venne soppressa la Se?. Passata in gran parte alla Russia dopo la seconda spartizione della Polonia (1793), la regione subì, nel corso del XIX secolo, la pressione del giogo zarista, interessato ad una snazionalizzazione della regione. Ciò spiega perché le regioni ucraine partecipassero attivamente alla prima Rivoluzione Russa (1905). La Rivoluzione bolscevica del 1917 dette possibilità di sfogo alle tendenze separatiste: nel 1918 era proclamata con procedimento democratico, una libera e sovrana repubblica ucraina che concludeva una pace separata con le potenze centrali. Ma i bolscevichi russi, aiutati da elementi comunisti locali, occupavano Kiev nel 1919; fallito in seguito il tentativo di Pilsudski di liberare la regione, la Pace di Riga (1921) sanciva l'ingresso della Repubblica Ucraina nell'Unione delle repubbliche sovietiche.
Stalin utilizzò in Ucraina una politica tesa a dimostrare i pericoli del nazionalismo e quindi a confermare la sua ideologia. A partire dal 1929 operò una sistematica nazionalizzazione delle piccole imprese agrarie che in Ucraina erano numerosissime (la cosiddetta dekulakizzazione, dal termine Kulaki, piccolo proprietario terriero) e una politica di collettivizzazione dei terreni. Sedò con numerose deportazioni la ribellione degli agricoltori e nel 1932 procedette ad un sistematico ammasso delle derrate e dei raccolti il cui risultato fu una carestia che costò al paese circa 7 milioni di morti (il cosiddetto holodomor  ucraino). Ulteriori perdite avvennero in seguito a deportazioni ed esecuzioni. Vennero distrutte oltre 250 chiese e cattedrali.

L'Ucraina fu una delle regioni più devastate dalla seconda guerra mondiale: dapprima occupata dalle truppe tedesche, nel 1943-1944 fu liberata dall'esercito sovietico.
Alla fine del conflitto i trattati di pace le riconoscevano notevoli ampliamenti territoriali: Volinia, Podolia, Galizia orientale le venivano cedute dalla Polonia (agosto 1945); anche parti della Bucovina  e della Bessarabia, sottratte alla Romania, venivano annesse al suo territorio (febbraio 1947).


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